lunedì 28 settembre 2009

Il vero volto di Obama - Post 5

A quasi un anno dall'elezione del Presidente della speranza cerchiamo di capire se le aspettative del popolo americano, e non solo, sono state rispettate o disattese. Vediamo se si puo' andare oltre la cortina fumogena dei sorrisi, delle presentazioni ad effetto, dei gossip inutili, degli "abbronzamenti" e dei proclami gravidi di "yes we can" e cercare di capirci qualcosa. Vedremo che, nonostante le buone intenzioni conclamate, dietro la maschera di Barack Obama si celano alcune circostanze, proposte legislative e uomini che cozzano un po' con quello che dice e propone. Eppure sembra che tutto vada per il verso giusto. In questi giorni, abbiamo visto il Presidente USA battersi tenacemente per l'approvazione della sua riforma sanitaria, una riforma che sembra piu' giusta ed equa di quella attuale; lo abbiamo anche visto coinvolto nel rilancio delle trattative diplomatiche con paesi notoriamente ostili e impegnarsi per approvare riforme per sollevare l'economia e quelle per il miglioramento delle condizioni nel carcere di Guantanamo. Inoltre, dell'ascesa presidenziale di Obama era rimasta impressa la sua capacita' organizzativa di coinvolgere milioni di sostenitori attraverso internet per finanziare la sua campagna elettorale. "Tutti soldi raccolti via internet, non un cent dalle solite lobbies" si era sentito da piu' parti (tra cui anche il celebre blog di Grillo). Ma e' davvero tutto oro quello che luccica?

Wall Street al potere
Uno dei problemi piu' gravi a livello mondiale degli ultimi anni puo' essere identificato nella recessione economica che ha colpito un po' tutti e gli USA in maniera particolare. Come spiegato in un precedente post, le crisi economiche sono generate a piacimento proprio dall'elite dei banchieri in combutta con i guru dell'alta finanza; conseguentemente, la politica economica di uno stato nuovo e moderno avrebbe dovuto cercare di allontanarsi (almeno un po') da quelle entita' asfissianti che ai governi chiedono solo denaro e potere incondizionati. Ci si sarebbe aspettato, da parte di Obama, la creazione di un governo con persone equilibrate, lungimiranti e al di sopra di ogni sospetto che potessero tessere delle relazioni piu' eque con la Federal Reserve (la banca centrale USA che, ricordiamo, come tutte le banche centrali e' privata e non appartiene allo stato). Quando pero' si scorre la lista degli esponenti di governo si capisce come l'attuazione di una politica economica piu' libera, piu' conveniente per i cittadini e piu' restrittiva per le banche possa risultare molto improbabile.
Prima di elencare i piu' importanti collaboratori di Obama e' bene fare una premessa rapida su alcuni gruppi di potere sottoelencati e di cui ci occuperemo in un futuro post. Senza entrare nel dettaglio, e' utile sapere che la Trilaterale, il Comitato per le Relazioni Estere (CFR) e il gruppo Bilderberg sono dei gruppi semi-segreti coordinati da persone ai vertici della elite mondiale (banchieri, regnanti, etc.) e i cui partecipanti comprendono rappresentanti del mondo politico, finanziario, industriale e dell'informazione. Fra i partecipanti fissi troviamo sempre i Rockfeller, i Rothschild, Kissinger, la famiglia Agnelli e i politici piu' influenti dell'area occidentale. Di cosa si parli durante le riunioni di questi gruppi non e' dato sapere ma si suppone che e' in questi happenings che si decide in che direzione deve andare il mondo. Molto spesso, alcuni politici non particolarmente noti al grande pubblico (per esempio Blair e Clinton) hanno preso parte a questi meetings poco prima di diventare presidenti o primi ministri. Detto questo, andiamo a vedere alcune delle persone scelte da Obama per il il suo governo. Timothy F. Geithner: ministro (secretary) del tesoro, ex presidente della New York Federal Reserve e membro della commissione Trilaterale e del gruppo Bilderberg; praticamente tutto il suo entourage viene da wall street. Alan Greenspan, consigliere presidenziale ex presidente della Federal Reserve e membro della commissione Trilaterale, del Comitato per le Relazioni Estere (CFR) e del gruppo Bilderberg. Paul Volker, presidente della Commissione per la ripresa economica membro della commissione Trilaterale, del CFR e del gruppo Bilderberg. Insomma, con dei personaggi cosi' viene difficile credere che l'amministrazione Obama possa realmente andare contro gli interessi delle lobbies bancarie. Per risollevare le sorti dell'economia, il Congresso tempo fa autorizzo' un bailout (aiuto di stato per le banche) di 700 miliardi di dollari. La suddivisione di questi soldi fu decisa ed eseguita dal ministro del tesoro Geithner; una parte ando' subito nelle tasche dei banchieri e dei supermanagers bisognosi del loro meritato bonus, il resto e' sparito nel nulla e nessuno sa dove sia finito! Meno male che Obama ha pensato subito a mettere un freno a tutto questo scempio emanando un ordine esecutivo che stabilisce un tetto invalicabile per gli stipendi e i bonus dei manager. Peccato che l'ordine faccia riferimento al futuro e faccia affidamento su un codice etico e d'onore - in pratica, non c'e' nessuna restrizione legale e non e' prevista alcuna sanzione per i manager che decidessero di non autoridursi lo stipendio.

Dentro e fuori gli USA
Anche per quanto riguarda la politica interna ed estera Obama non si e' fatto mancare niente. Hillary Clinton, segretario di stato e membro del Comitato per le Relazioni Estere e del gruppo Bilderberg; i suoi inviati speciali sono tre persone di tutto riguardo come Richard Holbrooke, sostenitore della guerra in Iraq e della presenza delle famose armi di distruzione di massa, come l'immarcescibile Henry Kissinger (Trilateral, Bilderberg e CFR) un personaggio piuttosto inquietante che e' dietro molti eventi oscuri e nefasti degli ultimi 40 anni di storia americana e mondiale (vanta, tra le altre cose, anche una minaccia di morte ad Aldo Moro pochi anni prima del suo assassinio) e come Richard Haass (Trilateral, Bilderberg e presidente del CFR), uno che ha dichiarato che "gli stati devono abdicare parte della loro sovranita' a favore di un governo mondiale" - in pratica, deve valere il principio che la sovranita' di uno stato non puo' piu' essere usata come scudo per evitare sanzioni da parte di forze armate quali ONU o NATO che decidano di invaderlo per ragioni di "sicurezza" o "umanitarie" e questo principio lo abbiamo visto messo in pratica in Iraq e Afghanistan. E ancora, un governo che si attrezza con programmi nucleari non puo' aspettarsi che la propria sovranita' lo protegga dall' attacco di altre nazioni che vogliono preservare la stabilita' e la sicurezza. Vi viene in mente qualche stato?
In ogni caso, e' bene ricordare che un progressivo indebolimento delle sovranita' nazionali si avra' anche in Europa con l'approvazione definitiva del Trattato di Lisbona. Forse adesso sappiamo anche da dove viene l'idea. Haass aveva anche avuto il ruolo di coordinatore per il "Futuro dell'Afghanistan" nell'amministrazione di G.W. Bush. Diciamo quindi che avere dei guerrafondai travestiti da diplomatici non fa proprio ben sperare. Questa brillante confezione di diplomatici e' sostenuta dal piu' insospettabile dei ministri della difesa: Robert Gates, il quale e' letteralmente transitato dall'amministrazione Bush a quella Obama senza neanche staccarsi dalla poltrona. Va bene, magari sara' cosi' bravo da risultare efficiente sia ai democratici che ai repubblicani; d'altra parte, delle missioni in Medio Oriente se ne e' occupato proprio lui, abbastanza "mirabilmente" finora. Peccato che nel suo curriculum faccia bella mostra un coinvolgimento nello scandalo Iran-Contras quando era vice-presidente della CIA e un processo per avere manipolato ad arte un rapporto dei servizi segreti per fare ricadere sull'URSS la responsabilita' dell'attentato a Papa Giovanni Paolo II. Peccato anche che sieda nel consiglio di amministrazione di un paio di compagnie petrolifere e minerarie creando un potente conflitto di interessi e che sia membro della Trilaterale, del CFR e del Bilderberg. Meglio di cosi'... Per quanto riguarda la guerra in Iraq, invece, la promessa perentoria di ritirare le truppe USA in caso di elezione ha subito degli "aggiustamenti" e adesso si parla di fine del 2010 anche se piccoli gruppi in luoghi strategici (chissa' quali) rimarranno fino al 2011.
Sul fronte interno le cose non vanno meglio. In seguito agli attentati (o autoattentati) dell'11 settembre 2001, l'amministrazione Bush diede il via a una serie di leggi atte a facilitare l'arresto di potenziali terroristi a scapito della liberta' privata di tutti i cittadini americani. Il piu' (tristemente) noto e' il Patriot Act che garantisce alla polizia la possibilita' di intercettare, perquisire, sequestrare beni e arrestare qualsiasi cittadino americano che sia solo anche lontanamente sospettato di appartenere a una cellula terroristica. Questa legge e' stata aspramente criticata come limitante delle liberta' civili del popolo americano dall'ACLU, l'unione per le liberta' civili d'America ed e ' anche uno dei punti esplorati da Michael Moore nel suo film Fahrenheit 911. Questo tipo di legge (Act) non ha valore definitivo ma deve essere costantemente rinnovata, l'attuale scade il 31 dicembre 2009. Il 15 settembre scorso, Obama ha dichiarato che intende rinnovare ulteriormente alcune parti del Patriot Act anche se in campagna elettorale lo aveva definito come un "pezzo di legislazione malriuscito". Una di queste parti inasprisce il trattamento dei prigionieri di guerra detenuti nella prigione afghana di Bagram, impedendo loro il ricorso alla corte suprema statunitense per chiedere giustizia (privilegio invece concesso ai prigionieri di Guantanamo - a proposito, non la dovevano chiudere?). E, nonostante la lodevole iniziativa di rigettare la politica dell'estrazione di informazione tramite torture, viene inoltre riaffermato il principio che un sospettato di terrorismo puo' essere trattenuto in carcere indefinitamente senza processo. Esiste anche una no-fly list, cioe' una lista di persone cui, essendo sospettate di terrorismo, viene rifiutato l'imbarco in aereo. Sembrerebbe una buona cosa destinata a prevenire atti terroristici e dirottamenti; viene pero' difficile accettare il fatto che su questa lista ci siano oltre un milione di cittadini americani! Ecco dov'erano tutti terroristi. E loro che li cercano in Afghanistan...
Ma veniamo ai giovani. Anche per loro Obama propone barlumi di speranza e un ruolo da protagonisti nella ricostruzione e nel progresso della democrazia e della sicurezza. Sfortunatamente non si parla di una educazione migliore e di un rinnovamento delle scuole statali ma di uno dei programmi piu' inquietanti mai ideati. Sul sito www.change.gov, il web ufficiale di Obama all'epoca della corsa alla presidenza, viene spiegato un programma di reclutamento con servizio temporaneo obbligatorio di giovani studenti per far parte della civilian national security force, una sorta di forza di sicurezza interna costituita da civili che rispondono direttamente al presidente degli Stati Uniti. A questa forze possono aggregarsi anche cittadini di qualsiasi eta'; i motivi e i doveri di questa sorta di esercito civile rimangono ancora sconosciuti. Se vi stanno venendo in mente le camicie nere o le ronde padane siete proprio dei sovversivi...

Quali soldi?
Per quanto riguarda la campagna di Barack Obama, ci e' stato spesso ripetuto dai media il fatto che il senatore dell'Illinois aveva preso l'inusuale iniziativa di finanziarsi parzialmente con i contributi dei simpatizzanti depositati attraverso internet. Questo corrisponde al vero ma dei 745 milioni di dollari totali raccolti durante la campagna c'e' una buona fetta di contributi offerti generosamente dalle solite lobbies. Sul sito della Commissione Federale per le Elezioni si possono vedere nome e cognome di tutti i donatori, anche quelli che hanno offerto 10 dollari; si scopre, ad esempio, che il texano James Bosler ha versato addirittura 28.500$. Qui si puo' evincere, ad esempio, come Big Pharma (la lobby delle case farmaceutiche) abbia versato un contributo pari a circa 1.7 milioni $, mentre anche il cartello delle solite banche e degli speculatori finanziari (JP Morgan, Goldman Sachs, Citigroup, etc.) non ha mancato di fare pervenire circa 4.5 milioni $. Questi contributi sono comunque ben poca cosa se paragonati alle donazioni delle corporations che si occupano di comunicazioni, elettronica e armi: 21 milioni $! Vi sembra troppo poco? Meno male che l'associazione degli avvocati ha volontariamente contribuito con circa 37 milioni mentre il record assoluto spetta alla lobby delle assicurazioni mediche con circa 50 milioni di dollari. Tutti soldi spesi bene...

Conclusione
Direi che non ci sono grandi motivi per sentirsi rassicurati se si considerano due cose: da chi Obama ha preso i soldi e lo staff che lo circonda. D'altra parte, in quasi un anno di presidenza grossi cambiamenti epocali non se ne sono visti; in piu', se si aggiunge la recente minaccia all'Iran a reti unificate e col supporto dei partners in crime inglesi, allora mi sa che all'orizzonte non vi e' proprio nulla di buono. Dietro ai titoli, alle leggi e alle intenzioni si nascondono per lo piu' scatole vuote, sapientemente impacchettate con un'abile operazione di maquillage. Speriamo di essere smentiti e di vedere qualcosa di concreto nei mesi a venire. L'unica consolazione e' che qualunque cosa accada nei prossimi tre anni sara' sicuramente nel nome della pace, della stabilita' e della democrazia.

AGGIORNAMENTO DEL 9 OTTOBRE 2009
Obama insignito del premio Nobel per la Pace!
Per uno che bombarda l'Afghanistan da dieci mesi causando centinaia di morti (fra i civili, di solito) un riconoscimento niente male...

Per saperne di piu':
-Alex Jones, The Obama Deception (in inglese)
-John Pilger, Obama is a corporate marketing creation (in inglese)
-Paolo Barnard, Obama? Gioire con prudenza molta
-Paolo Barnard, Obama? Seguite i soldi.