mercoledì 15 luglio 2009

Lo strano caso della Fusione Fredda e del Rapporto 41 - Post 2

Nel 1989, due scienziati dell'Universita dello Utah, Stanley Pons e Martin Fleischmann, comunicarono al mondo una scoperta sensazionale: la fusione fredda. I due accademici avevano trovato il modo di riprodurre il fenomeno della fusione nucleare in laboratorio con un'apparecchiatura da 500 mila lire. Questo avrebbe consentito di produrre energia pulita in maniera illimitata e senza inquinamento. Dopo i clamori iniziali, la comunita' scientifica e i media si scagliarono contro i due scienziati additandoli come cialtroni, stregoni, pazzi. La loro scoperta non poteva essere vera e dunque si doveva trattare di una frode. Scienziati eliminati dal novero dei ricercatori, carriere stroncate e fine della fusione fredda.
Anche questa, come quelle che tratteremo in questo blog, e' una brutta storia di invidie, interessi politico-economici e di soldi, molti soldi. Vediamo di capirci qualcosa partendo dall'inizio.

Un po' di fisica
Negli ultimi duecento anni l'evoluzione industriale del nostro pianeta ha richiesto sempre piu' l'utilizzo di fonti energetiche; le maggiori sono sempre state il carbone, il petrolio e il gas naturale. Nel secolo scorso, gli studi sugli elementi radioattivi hanno aperto la strada a varie applicazioni tra cui quella militare (bombe atomiche) e sociale (centrali nucleari), fornendo una valida alternativa ai combustibili fossili che danneggiano l'ambiente. Il processo fisico usato nelle centrali nucleari e' quello della fissione nucleare (un atomo che si spezza in 2 o piu' parti liberando energia); molto semplicemente, l'energia prodotta da alcune sostanze radioattive (uranio, etc.) viene convogliata appositamente e sfruttata per la produzione di elettricita'. Sfortunatamente, quando queste sostanze perdono la loro "carica" non sono piu' utili e devono essere smaltite; questo comporta gravi problemi ambientali perche' nonostante queste non siano piu' utili per le centrali nucleari restano comunque radioattive per moltissimi anni. Si penso' allora di produrre energia utilizzando invece la fusione nucleare, un processo in cui gli atomi si uniscono rilasciando energia. Questo tipo di reazione non porterebbe alla produzione di scorie nucleari ma e' molto difficile da ottenere. Infatti, questo tipo di reazione richiede temperature e pressioni elevate dello stesso tipo che si hanno nel sole! Come si fa a creare sulla terra condizioni simili? Si costrusicono mega laboratori sotterranei, come il CERN in Svizzera o quello sotto il Gran Sasso, dove si cerca di ricostruire l'ambiente ideale (cioe' alte temperature, da cui il nome fusione calda) per riprodurre la fusione di 2 atomi, in genere idrogeno, e quindi il conseguente rilascio di energia. Ci provano da 50 anni ma ancora le centinaia di scienziati (con tutti i milioni di dollari utilizzati) che vi lavorano non sono riusciti a produrre risultati apprezzabili. Ad un certo punto, Pons e Fleischmann dichiarano invece di essere riusciti ad unire 2 atomi di idrogeno, formandone uno di elio, e a produrre una certa quantita' di energia in laboratorio con un'attrezzatura da pochi soldi e a temperatura ambiente (da cui il nome fusione fredda). Purtroppo, quando i due scienziati fanno l'annuncio non sono ancora in grado di spiegare tutti i dettagli dell'esperimento; questo fa si che, invece di chiedere ulteriore chiarezza per quella che poteva essere la scoperta del secolo, la comunita' scientifica emargini i due ricercatori come fossero ciarlatani.

L'Italia protagonista
Comunque, una notizia cosi' interessante non poteva passare inosservata. Alcuni scienziati un po' piu' "a mente aperta" pensano che valga la pena investigare questo fenomeno un po' piu' a fondo. Questi scienziati appaiono un po' ovunque nel mondo ma e' proprio in Italia che si forma un centro di eccellenza per la ricerca sulla fusione fredda grazie a ricercatori come Giuliano Preparata e Emilio Del Giudice e ai loro collaboratori. Nel corso degli anni vengono effettuati numerosi esperimenti; il team di italiani riesce a migliorare anche quelle parti in cui Pons e Fleishmann avevano avuto delle difficolta'. Insomma, incredibile ma vero: pare sia possibile riprodurre la fusione nucleare in laboratorio a temperatura ambiente con pochi soldi. Sembra talmente vero e fattibile che persino alcuni amatori come Renzo Mondaini riescono a riprodurre l'esperimento a casa propria! Del caso si occupa anche la trasmissione "Report" in una puntata del 1997. Nel 1999, il noto scienziato Carlo Rubbia diventa direttore dell'ENEA e promuove un progetto di ricerca ufficiale per far luce sul mistero della fusione fredda. Il laboratorio di Frascati si mette al lavoro per tre anni giungendo a delle conclusioni di eccezionale portata: il lavoro viene presentato come "Rapporto 41". I fisici Del Giudice, Deninno e Frattolillo inviano il rapporto a Rubbia ma dopo qualche entusiasmo iniziale la ricerca finisce nel dimenticatoio; nessuna rivista scientifica si preoccupa di pubblicarla, Rubbia diventa irreperibile e tutto cade nel nulla, senza una spiegazione. Dello sconcertante caso si occupa anche una bella inchiesta di Rainews24.

Conclusione
Ci sono due fattori che devono far riflettere. Primo, il lavoro degli scienziati che si occupano di fusione fredda viene regolarmente ignorato, dileggiato e accantonato. Secondo, e' noto che nonostante l'operazione di facciata "la fusione fredda non esiste e chi se ne occupa e' un cazzone" esistono molte industrie multinazionali che segretamente si occupano di studiare il fenomeno piuttosto alacremente. Al 2000, infatti erano stati depositati ben 228 brevetti su studi relativi alla fusione fredda da compgnie quali Toyota, Mitsubishi, Canon, Hoepfl, Eneco e universita' varie. E' ovvio che la faccenda ha dei risvolti notevoli dal punto di vista economico e politico. Un sistema energetico basato sui principi della fusione fredda sarebbe devastante per le grandi compagnie petrolifere e per tutto l'indotto; inoltre, il fatto che privatamente si eseguano studi ed esperimenti mentre pubblicamente non si da' un euro ai ricercatori rafforza l'idea che la lobby degli scienziati coinvolti nella fusione "calda" sia molto potente e non sia per niente propensa a perdere i lauti finanziamenti ne' tanto meno il loro prestigio professionale di guru della ricerca nucleare. Tutto cio' richiede ovviamente grandi connivenze fra politici, scienziati e banche. Finche' si continuera' a ragionare e ad agire in questo modo non si andra' da nessuna parte; quando la conoscenza e il potere restano sempre nelle mani di una elite di pochi l'umanita' fara' passi da gigante solo se programmati, possibilmente in tempi di guerra, e ad orologeria.
Giuseppe

-Per saperne di piu': oltre ai video sopra linkati vi consiglio Roberto Germano, Fusione Fredda, Moderna storia di inquisizione e d'alchimia, Bibliopolis, 2000.

4 commenti:

  1. Non lo so Giuseppe...è strano che nessuno voglia investire in questa nuova tecnologia, se veramente funziona. Possibile che non esita davvero nessun mecenate riccone che voglia rischiare??

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  2. Infatti, come scrivo nella parte finale del post, privatamente ci sono parecchie industrie e corporations che fanno ricerca sulla fusione fredda. Nei video linkati si vede come questi esperimenti possano essere fatti in laboratorio ma anchenel garage di casa propria. E' quindi in atto un piano occulto (beh, non troppo) per arginare la diffusione di questa tecnologia a favore delle vecchie e dei consolidati combustibili fossili in mano alle elite dei ricchi. Ti ricordo che il fatturato di una compagnia petrolifera come la British Petroleum e' piu' grande del prodotto interno lordo di stati come la Svezia o la Norvegia. Quindi qui parliamo di un sacco di soldi che nessuno vuole perdere. Per lo stesso motivo le tecnologie solari e eoliche faticano a decollare. In un prossimo post mi occupero' della verita' dietro i pannelli solari, visto che ne ho uno...

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  3. Ciao,
    buon articolo. Trovate moltissime informazioni, anche approfondite, e tantissimi esperimenti sul forum www.energeticambiente.it nella sezione dedicata interamente alla Fusione Fredda e trasmutazioni nucleari a debole energia. Inoltre ricordo che pochi mesi fa sia in giappone che USA sono state portate nuove prove (se mai ce ne fosse ancora bisogno) della realtà e applicabilità della FF in ambito energetico.
    Buona cultura.
    Roy

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  4. Grazie Roy e grazie per avermi segnalato il sito; l'ho messo nella sezione links.
    Giuseppe

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